giovedì 13 ottobre 2011

INCONTRI

Ho conosciuto tante persone in questi anni grazie al mio lavoro, ho visto donne fragili e deboli che con l'aiuto necessario hanno trovato la forza e il coraggio di alzare la testa e andare incontro al loro futuro.

Ho conosciuto donne fragili come petali, le ho viste sbocciare e diventare non fiori, ma alberi forti e vigorosi. Ho visto donne piangere al solo sentire pronunciare un nome, per poi col tempo ridere e scherzare pensando alla reazione che quel nome aveva suscitato;

ho visto donne arrivare con la testa china e tanta tanta paura, e poi le ho riviste uscire col viso fiero, gli occhi accesi e con il sorriso a fior di labbra. Donne meravigliose, che portavano il profumo e il sapore di altri luoghi. Ho visto le le loro lacrime, ho udito i loro "perchè?", le ho viste chine pregare e piangere e poi più forti, più consapevoli le ho viste alzarsi;

ho visto giovani donne rinunciare alla propria infanzia per essere madri forti e coraggiose, disposte a un cammino lungo e difficile, le ho viste camminare a testa alta tra la gente, tra gli sguardi di chi le additava, tra chi non sapeva e non capiva nulla di loro;

le ho viste arrivare nel silenzio e nello stesso modo andarsene, senza volere aiuto, senza poterlo accettare;

le ho viste cadere, fuggire, dicendo di amare il proprio bambino, ma senza riuscire ad amarlo;

poi ho visto te, tra i fiori il più delicato, tra gli alberi di certo il più forte, ti ho visto ridere, piangere,  camminare, crescere, ti ho visto cadere e poi rialzarti;

abbiamo bevuto thè alla menta insieme, abbiamo mangiato, ci siamo arrabbiate, abbiamo condiviso tante emozioni, abbiamo camminato tenendoci per mano.

A ognuna di Loro e a Te,
GRAZIE.



giovedì 8 settembre 2011

Mia zia va in bicicletta al mare

Scrivere questo articolo è stato arduo: troppi concetti, troppe cose da spiegare. Dopo diverse stesure e svariati consigli da Fromfudotoken ho capito quanto sia complicato, almeno per quanto mi riguarda,  scrivere un articolo di psicologia in maniera semplice e comprensibile.

Cercherò di fare un ultimo tentativo per rendere il tutto semplice e chiaro, soprattutto a chi di psicologia non ne sa molto.


Lo scopo di questo articolo è spiegare quanto sia complesso il "fenomeno sogno" e come di conseguenza la sua interpretazione sia complicata.


Spesso si è portati a pensare che basti avere una laurea in psicologia o addirittura l'aver dato pochi esami del primo anno per avere la capacità di interpretare un sogno. Ricordo invece che al mio primo anno di psicologia la mia attenzione era concentrata su esami come biologia generale o fondamenti anatomo-fisiologici del sistema psichico (nome abbastanza complesso per indicare una materia altrettanto complessa) e certo non si parlava di interpretazione dei sogni, ma di potenziale d'azione, recettori (ero bravissima a disegnarli), neurotrasmettitori... al massimo veniva analizzato il ciclo sogno-veglia e i protagonisti di solito erano dei malcapitati topini.


Ciò premesso e senza indugiare in assurdi e complessi sproloqui teorici vorrei puntualizzare pochi brevi concetti.


Cosa rispondere a una persona che ti dice di aver sognato "sua zia che va in bicicletta al mare" e aspetta sorridente e fiduciosa una risposta senza aggiungere altro al racconto, fiduciosa del fatto che tu sei psicoterapeuta?

CONCETTO PRIMO

Possiamo paragonare il sogno a un film o a una produzione teatrale la cui peculiarità consiste nell'avere come regista, sceneggiatore, narratore, protagonista ecc., un unico malcapitato: il sognatore.

Tempo fa lessi un libro davvero molto bello  di un noto psicoanalista argentino (Solomon Resnik) in cui veniva spiegato in maniera abbastanza semplice proprio questo concetto :

"Chi sogna è egoista. Tutto ciò che appare nel sogno è in relazione con lui, è lui." 

Questa frase fa comprendere come tutti i protagonisti in gioco nel sogno siano nostri rappresentanti: ogni elemento, ogni personaggio in scena non è altro che la rappresentazione di una nostra parte, di un nostro vissuto, di nostri sentimenti, e siamo noi i registi dell'intera opera.

CONCETTO SECONDO

Come molti sapranno, Freud riteneva che ci fosse un contenuto latente del sogno e un contenuto manifesto. Queste due espressioni apparentemente abbastanza oscure indicano che  il ricordo e il racconto del sogno avuto di notte (il contenuto manifesto) è in realtà una elaborazione di ciò che abbiamo realmente sognato, del reale significato inconscio del sogno  (contenuto latente). Tornando a "mia zia va in bicicletta al mare", possiamo pensare che questa stessa espressione (un micro-racconto) sia il contenuto manifesto del sogno fatto durante la notte.

CONCETTO TERZO 

Come si può scoprire il contenuto latente di un sogno, cioè il vero significato del mio girovagare notturno?

Sempre il benemerito Professor Freud riteneva che per capire il significato dei sogni bisognasse chiedere al proprietario del sogno di associare, ovvero dire cosa per lui rappresentassero gli elementi del sogno, cosa gli facessero venire in mente, quali sensazioni ed emozioni suscitassero in lui.
Se si accetta questo sarà facile capire quanto in realtà sia difficile interpretare un sogno senza le associazioni del sognatore.

CONCETTO QUARTO

Il processo che trasforma il contenuto latente in contenuto manifesto si chiama lavoro onirico e prevede tutta una serie di meccanismi (di cui volutamente non parlerò qui) il cui scopo è di rendere accettabile alla nostra coscienza il significato più profondo e intimo di un sogno.

CONCETTO QUINTO

L'interpretazione di un sogno non deve provenire dall'esterno (cioè da chi ascolta il sogno), ma da chi il sogno lo vive: lo psicologo/psicoterapeuta ha "solo" il compito, attraverso le sue capacità e la sua preparazione, di guidare la persona alla scoperta dei suoi contenuti inconsci.

In conclusione anche se l'interpretazione di "mia zia va in bicicletta al mare" può essere immediata da parte di un esperto in materia, tale interpretazione rimane sempre e comunque una interpretazione superficiale e a volte neanche esaustiva se non addirittura sbagliata se non ci si confronta con i vissuti del sognatore.


Per cui quale potrà mai essere la mia risposta?
"E' caldo, mi dispiace per sua zia."

venerdì 2 settembre 2011

Corso di Training Autogeno

Sono riaperte le iscrizioni al corso di Training Autogeno (T.A).

Il T.A. è una tecnica di rilassamento che offre la possibilità di raggiungere, attraverso l'allenamento (training), una particolare condizione nello stato di veglia in cui ci si sente particolarmente rilassati e tranquilli, senza arrivare al sonno o all'incoscienza: in ogni momento del T.A. si è infatti perfettamente presenti a Sé stessi e sempre consapevoli di ciò che avviene.

Il corso può essere sia individuale che collettivo, la durata prevista è di 50/60 minuti a seduta per un totale di 13 incontri più eventuali approfondimenti da concordare con il conduttore.



Per informazioni e contatti:

Dott.ssa Paola Coacci, psicologa psicoterapeuta
Via P.Nenni 87, Morciola di Colbordolo (PU)
333.5228396
www.paolacoacci.it
info@paolacoacci.it

venerdì 5 agosto 2011

Un po' di nostalgia

Ieri sera cena, chiacchiere, e risate con amici ... si parla del più e del meno, del lavoro, del trucco (quello sempre), di uomini di tagli di capelli ... di nulla.

Eccomi allora a cercare foto vecchie: bionda, capelli lunghi, quasi senza trucco ... foto del genere praticamente sono introvabili, io senza trucco?
Non esiste !!
Se foto di tal genere fossero state scattate sarebbero state anche distrutte!!
(Un giorno poi spenderò anche due righe e due minuti di tempo per parlare di make-up).

Comunque ritornando "a bomba" al discorso foto, spulciando e cercando tra le varie cartelle del mio portatile ho trovato qualcosa di molto più raro, un tesoro prezioso: vecchi video, girati con la mia piccola macchina fotografica e mai più rivisti. Video di bambini, di mamme che ridono, video carichi di spensieratezza e serenità. Video fatti al lavoro, nei momenti di "pausa" ... quando ancora quel lavoro aveva importanza estrema per me. Quando il solo pensiero di poter lasciare quelle persone mi stringeva il cuore e lo stomaco.

Mi piacerebbe tornare a quei giorni e a quelle sensazioni perchè per quanto spiacevoli potessero essere mi ricordavano che avevo qualcosa di importante da fare, mamme speciali da aiutare. Ora ogni persona presente in quei video ha preso la sua strada, perchè a un certo punto il sentiero che percorrevamo insieme si è ramificato e continuare sullo stesso era impossibile. Ora ci sono comunque "mamme speciali", ma quella gioia, la spensieratezza, la serenità sono qualcosa di lontano: è tutto più pensante e difficile, meno colorato, meno spontaneo. Sono mesi che la mia macchina fotografica è sul comodino, mesi che non ritrae più i sorrisi dei bambini, delle loro mamme, delle "pause" che ci prendevamo.

Mi passerà? E' solo nostalgia del passato? 

sabato 30 luglio 2011

Mi chiamano Barbossa

Il motivo di questo soprannome non è chiaro neanche a me, ma nell'ultimo periodo mi sono spesso sentita chiamare in questo modo. Le ragioni di un simile soprannome non mi sono del tutto chiare, anzi per me sono abbastanza incomprensibili: l'aspetto fisico, la scimmia sulla spalla, il carattere? Non posso davvero immaginare quale sia la cosa che ci accomuna ... !


Al di là dei soprannomi, ci tenevo a presentarmi e a presentare il mio blog. Io sono "Barbossa", una psicoterapeuta, ma qui non ho intenzione di "fare psicoterapia". La mia idea è quella di tenere un diario online per scrivere di pensieri, sogni, episodi che mi hanno particolarmente colpita e incuriosita. Se volete sapere quello che  pensa Barbossa del mondo esterno, ma si dai, anche un po' del "mondo interno" che ci circonda, seguite "Non c'è Rosa senza spine".
Il perchè di questo nome ... ? Diciamo che è un altro modo per dire Barbossa ...